Misure
martedì 31 marzo 2015
giovedì 26 marzo 2015
CLASSE 4° - QUARTA SETTIMANA DI MARZO - REALISMO
REALISMO
La rivoluzione industriale fu segnata dall'incremento della produzione tessile, metallurgica e meccanica e dallo sfruttamento intensivo della forza lavoro salariata, riunita in grandi fabbriche. La struttura della società ne risultò rivoluzionata: nacque al classe operaia e aumentò sensibilmente la popolazione urbana.
Nel 1848 fu pubblicato il Manifesto del Partito Comunista dei filosofi tedeschi Marx e Engels. La miseria delle classi lavoratrici e la degradazione dei bassifondi ispirarono le opere letterarie del Naturalismo in Francia e del Verismo in Italia e sollecitarono lo sviluppo del movimento pittorico del Realismo.
Il Naturalismo si contrappose all'idealismo romantico, indicando che l'oggetto dell'opera letteraria e dell'opera d'arte doveva essere la concretezza della realtà quotidiana. La letteratura concentrò la sua attenzione sulla società e individuò nel romanzo il genere letterario più adatto a rappresentarla con assoluta oggettività. I principali esponenti furono Gustave Flaubert (Madame Bovary - 1856) Guy de Maupassant (Bel Ami - 1885) Charles Baudelaire (Les fleurs du Mal - 1857).
Il Realismo era stato anticipato da alcune opere romantiche di Goya e Géricault, che avevano rappresentato l'uomo qualunque, spesso appartenente a classi sociali più disagiate (i patrioti di Goya, il naufraghi di Turner, ai malati di mente e ai ragazzi di colore di Géricault)
Il pittore realista rifiutò ogni forma di idealizzazione trattò temi e soggetti ispirati dalla realtà contemporanea: rappresentò contadini, operai, lavandaie, prostitute. Spesso la pittura realista ebbe caratteri di denuncia marcati e provocatori.
Nel 1849 Gustave Courbet scandalizzò con l'opera Gli spaccapietre. Un uomo e un ragazzo, impegnati in un duro lavoro, sono rappresentati nel loro abbrutimento fisico e psicologico. Si tratta di un violento atto di accusa, di una denuncia della drammatica situazione sociale dei lavoratori.
La rivoluzione industriale fu segnata dall'incremento della produzione tessile, metallurgica e meccanica e dallo sfruttamento intensivo della forza lavoro salariata, riunita in grandi fabbriche. La struttura della società ne risultò rivoluzionata: nacque al classe operaia e aumentò sensibilmente la popolazione urbana.
Nel 1848 fu pubblicato il Manifesto del Partito Comunista dei filosofi tedeschi Marx e Engels. La miseria delle classi lavoratrici e la degradazione dei bassifondi ispirarono le opere letterarie del Naturalismo in Francia e del Verismo in Italia e sollecitarono lo sviluppo del movimento pittorico del Realismo.
Il Naturalismo si contrappose all'idealismo romantico, indicando che l'oggetto dell'opera letteraria e dell'opera d'arte doveva essere la concretezza della realtà quotidiana. La letteratura concentrò la sua attenzione sulla società e individuò nel romanzo il genere letterario più adatto a rappresentarla con assoluta oggettività. I principali esponenti furono Gustave Flaubert (Madame Bovary - 1856) Guy de Maupassant (Bel Ami - 1885) Charles Baudelaire (Les fleurs du Mal - 1857).
Il Realismo era stato anticipato da alcune opere romantiche di Goya e Géricault, che avevano rappresentato l'uomo qualunque, spesso appartenente a classi sociali più disagiate (i patrioti di Goya, il naufraghi di Turner, ai malati di mente e ai ragazzi di colore di Géricault)
Il pittore realista rifiutò ogni forma di idealizzazione trattò temi e soggetti ispirati dalla realtà contemporanea: rappresentò contadini, operai, lavandaie, prostitute. Spesso la pittura realista ebbe caratteri di denuncia marcati e provocatori.
Nel 1849 Gustave Courbet scandalizzò con l'opera Gli spaccapietre. Un uomo e un ragazzo, impegnati in un duro lavoro, sono rappresentati nel loro abbrutimento fisico e psicologico. Si tratta di un violento atto di accusa, di una denuncia della drammatica situazione sociale dei lavoratori.
Funerale di Ornans, del 1849, decretò la fama di Courbet come pittore ribelle e anticonformista. Con le tradizionali misure di un quadro di storia, l'artista vi dipinse un episodio insignificante, un anonimo funerale di provincia, animato da cinquanta sconosciuti personaggi dipinti a grandezza naturale.
Gustave Courbet, Funerale di Ornans, 1849 - olio su tela 3.15 x 6.68 - Parigi Museo d'Orsay.
Nel 1855, Courbet dipinse L'Atelier che fu rifiutato all'Esposizione Universale di Parigi. In polemica con la giuria, l'artista realizzò a proprie spese il "Padiglione del Realismo" e lo espose pri atamente. Il soggetto dell'opera è l'atelier del pittore, dove Courbet si rappresenta intento a dipingere circndato da esponenti del mondo artistico e culturale e anonimi lavoratori.
Gustave Courbet, L'Atelier, 1855 - olio su tela - 3,59 x 5,98 m - Parigi Musée d'Orsay
Le bagnanti, dipinto da Courbet nel 1853, destò scandalo per la rappresentazione di una donna nuda, dalle forme morbide e cellulitiche, priva della più elementare forma di idealizzazione e identificabile da una qualunque contadine.
Gustave Courbet, Le bagnanti, 1853 - olio su tela - 2,27 x 1,93 m - Montpellier Musée Fabre
Jean-François Millet si dedicò alla rappresentazione della vita quotidiana dei contadini. Il seminatore, del 1850, mostra un contadino, che semina un campo di grano; L'Angelus, una coppia di contadini che interrompono il proprio lavoro per pregare. I suoi quadri trasformano i gesti dei contadini negli atti di un pacato e commosso rituale agreste. Quest'etica del lavoro rurale gli garantì un certo apprezzamento pubblico.
Jean-François Millet, Il seminatore, 1850 - olio si tela - 101,6 x 82,6 - Boston Museum of Fine Arts
Jean-François Millet, L'Angelus, 1858-1859 - olio su tela - 55 x 66 cm - Parigi Musée d'Orsay
Le spigolatrici, realizzato da Millet nel 1857, presenta tre contadine curve sul campo arato a raccogliere le spighe cadute. I loro volti appaiono abbrutiti dalla fatica, le mani deformate dall'estenuante lavoro; gli abiti ruvidi e opachi, dimostrano tuttavia che queste donne non perdono mai il sensodella dignità personale. Più che rappresentare una fatica ingrata e ripetitiva, esse esaltano l'eterna grandezza del lavoro umano.
Jean-François Millet, Le spigolatrici, 1857 - olio su tela 83,5 x 110 cm - Parigi - Museo d'Orsay.
Gustave Courbet, Funerale di Ornans, 1849 - olio su tela 3.15 x 6.68 - Parigi Museo d'Orsay.
Nel 1855, Courbet dipinse L'Atelier che fu rifiutato all'Esposizione Universale di Parigi. In polemica con la giuria, l'artista realizzò a proprie spese il "Padiglione del Realismo" e lo espose pri atamente. Il soggetto dell'opera è l'atelier del pittore, dove Courbet si rappresenta intento a dipingere circndato da esponenti del mondo artistico e culturale e anonimi lavoratori.
Gustave Courbet, L'Atelier, 1855 - olio su tela - 3,59 x 5,98 m - Parigi Musée d'Orsay
Le bagnanti, dipinto da Courbet nel 1853, destò scandalo per la rappresentazione di una donna nuda, dalle forme morbide e cellulitiche, priva della più elementare forma di idealizzazione e identificabile da una qualunque contadine.
Gustave Courbet, Le bagnanti, 1853 - olio su tela - 2,27 x 1,93 m - Montpellier Musée Fabre
Jean-François Millet si dedicò alla rappresentazione della vita quotidiana dei contadini. Il seminatore, del 1850, mostra un contadino, che semina un campo di grano; L'Angelus, una coppia di contadini che interrompono il proprio lavoro per pregare. I suoi quadri trasformano i gesti dei contadini negli atti di un pacato e commosso rituale agreste. Quest'etica del lavoro rurale gli garantì un certo apprezzamento pubblico.
Jean-François Millet, Il seminatore, 1850 - olio si tela - 101,6 x 82,6 - Boston Museum of Fine Arts
Jean-François Millet, L'Angelus, 1858-1859 - olio su tela - 55 x 66 cm - Parigi Musée d'Orsay
Le spigolatrici, realizzato da Millet nel 1857, presenta tre contadine curve sul campo arato a raccogliere le spighe cadute. I loro volti appaiono abbrutiti dalla fatica, le mani deformate dall'estenuante lavoro; gli abiti ruvidi e opachi, dimostrano tuttavia che queste donne non perdono mai il sensodella dignità personale. Più che rappresentare una fatica ingrata e ripetitiva, esse esaltano l'eterna grandezza del lavoro umano.
Jean-François Millet, Le spigolatrici, 1857 - olio su tela 83,5 x 110 cm - Parigi - Museo d'Orsay.
martedì 24 marzo 2015
CLASSE 2 - QUARTA SETTIMANA DI MARZO - CORREZIONE DELL'INTERROGAZIONE SCRITTA
CORREZIONE DELL'INTERROGAZIONE SCRITTA
1ª domanda
A)
Di quale opera cosa si tratta? San Zeno
B)
Anno di realizzazione: 1120
- 1138
C)
Luogo: Verona
D)
Per quali motivi può dirsi
un’opera romanica e quali sono i le sue peculiarità
?
Tipica facciata a salienti del romanica
padana con archetti pensili e serie di bifore e lesene, protiro. All’interno risulta interessante anche
se un po’
tarda il soffitto ligneo a carena di nave.
2ª domanda
A)
Di quale opera cosa si tratta? San Cataldo
B)
Anno di realizzazione: metà del XII secolo
C)
Luogo: Palermo
D)
Per quali motivi può dirsi
un’opera romanica e quali sono i le sue peculiarità
?
Esterno arabeggiante di forma
parallelepipeda alleggerito da arcate cieche a sesto acuto . Le cupole e le
merlature arabeggianti denotano un’influenza
araba nordafricana.
3ª domanda
A)
Di quale opera cosa si tratta? Deposizione
B)
Anno di realizzazione: 1178
C)
Artista: Benedetto
Antelami
D)
Per quali motivi può dirsi
un’opera romanica e quali sono i le sue peculiarità
?
Ordine simbolico: bipartizione della
scena (Bene e Male)
Originalità del linguaggio: successione di piani in profondità attraverso la scansione dello
spazio
“Classicismo
gotico”:
rielaborazione personale della scultura alla luce di una cultura ancora
profondamente romanica
4ª domanda
A)
Di quale opera cosa si tratta? Affreschi Ottoniani - San Pietro sul lago di Gennasaret
B)
Anno di realizzazione: XI
secolo
C)
Luogo: Sant’Orso Aosta
D)
Per quali motivi può dirsi
un’opera romanica e quali sono i le sue peculiarità
?
Affreschi ricchi di scene raffigurate
con accesi toni cromatici e sottolineate con tratti vigorosi, con fine di
spiegazione iconografica e esplicitazione dei sacri testi.
lunedì 23 marzo 2015
CLASSE 5 - QUARTA SETTIMANA DI MARZO - IL MOVIMENTO MODERNO - PARTE PRIMA
IL MOVIMENTO MODERNO
Che cos'è il Movimento Moderno
Alla ripresa dell'attività edilizia dopo il brusco rallentamento dovuto al primo conflitto mondiale si dovette fronteggiare una realtà sociale, economica, e tecnologica profondamente mutata. Le strutture urbane con le distruzioni divennero anacronistiche. La ricostruzione presupponeva una accentuazione della funzionalità della città e una meccanizzazione dei trasporti. La città doveva essere ripensata sotto molti profili: funzionale, sociale, igienico e politico. La questione economica era centrale e gli architetti si posero il problema di costruire case a basso costo, moduli abitativi facilmente disponibili.
All'inizio del Novecento, Perret adottò il cemento armato come materiale architettonico.
Auguste Perret - Casa al n. 25 di Rue de Franklin a Parigi - 1902
Garnier progetto "la città industriale" immaginaria da realizzarsi in cemento armato, ferro e vetro.
Tony Garnier - Cité industrielle - 1901
Per Adolf Loos l'architettura e la arti applicate dovevano fare a meno della decorazione.
Adolf Loos - Casa Steiner - 1910 - Vienna
Per contro Behrens trattò alcune parti dei suoi edifici industriali in modo decorativo alla ricerca di una nuova estetica.
Peter Behrens - Turbinefabrik AEG - 1908 - Berlino
In Germania, Gropius affermò che la funzione determina la forma degli edifici. Fondò la Scuola del Bauhaus. Egli non voleva creare un nuovo stile architettonico, ma elaborare un metodo progettuale capace di affrontare le problematiche a partire dalla "sedia e arrivare alla città".
Walter Gropius - Faguswerk - 1911-1914 - Alfeld an der Leine (Germania)
Il Bauhaus
La Scuola del Bauhaus (scuola del costruire) istituita a Weimar nel 1919 e presto trasferita a Dessau a causa dell'opposizione delle destre locali (1925) e successivamente spostata a Berlino (1930) e definitivamente chiusa nel 1933 dai nazisti.
Gli edifici di Weimar e Dessau sono diventati modelli universalmente riconosciuti di architettura moderna e nel 1996 sono entrati a far parte del patrimonio universale dell'umanità.
Il Rettorato della Bauhaus-Universität di Weimar (complesso architettonico costruito tra il 1904 e il 1911 su progetto di Henry van de Velde.
Walter Gropius - Sede Bauhaus - Dessau - 1925
Che cos'è il Movimento Moderno
Alla ripresa dell'attività edilizia dopo il brusco rallentamento dovuto al primo conflitto mondiale si dovette fronteggiare una realtà sociale, economica, e tecnologica profondamente mutata. Le strutture urbane con le distruzioni divennero anacronistiche. La ricostruzione presupponeva una accentuazione della funzionalità della città e una meccanizzazione dei trasporti. La città doveva essere ripensata sotto molti profili: funzionale, sociale, igienico e politico. La questione economica era centrale e gli architetti si posero il problema di costruire case a basso costo, moduli abitativi facilmente disponibili.
All'inizio del Novecento, Perret adottò il cemento armato come materiale architettonico.
Auguste Perret - Casa al n. 25 di Rue de Franklin a Parigi - 1902
Garnier progetto "la città industriale" immaginaria da realizzarsi in cemento armato, ferro e vetro.
Tony Garnier - Cité industrielle - 1901
Per Adolf Loos l'architettura e la arti applicate dovevano fare a meno della decorazione.
Adolf Loos - Casa Steiner - 1910 - Vienna
Per contro Behrens trattò alcune parti dei suoi edifici industriali in modo decorativo alla ricerca di una nuova estetica.
Peter Behrens - Turbinefabrik AEG - 1908 - Berlino
In Germania, Gropius affermò che la funzione determina la forma degli edifici. Fondò la Scuola del Bauhaus. Egli non voleva creare un nuovo stile architettonico, ma elaborare un metodo progettuale capace di affrontare le problematiche a partire dalla "sedia e arrivare alla città".
Walter Gropius - Faguswerk - 1911-1914 - Alfeld an der Leine (Germania)
Il Bauhaus
La Scuola del Bauhaus (scuola del costruire) istituita a Weimar nel 1919 e presto trasferita a Dessau a causa dell'opposizione delle destre locali (1925) e successivamente spostata a Berlino (1930) e definitivamente chiusa nel 1933 dai nazisti.
Gli edifici di Weimar e Dessau sono diventati modelli universalmente riconosciuti di architettura moderna e nel 1996 sono entrati a far parte del patrimonio universale dell'umanità.
Il Rettorato della Bauhaus-Universität di Weimar (complesso architettonico costruito tra il 1904 e il 1911 su progetto di Henry van de Velde.
Walter Gropius - Sede Bauhaus - Dessau - 1925
domenica 15 marzo 2015
CLASSE 4 - TERZA SETTIMANA DI MARZO - PROSPETTIVA - GENERALITA'
PROSPETTIVA - GENERALITA'
Elementi di riferimento
Punto di vista (PV): punto dove si immagina l’occhio
dell’osservatore.
Piano di terra o geometrale (PG): piano sul quale è
appoggiato l’oggetto da rappresentare.
Quadro o piano prospettico (PP): piano perpendicolare al
piano di terra posto fra l’oggetto ed il PV; è su esso che si forma l’immagine
in prospettiva dell’oggetto.
Piano di orizzonte (PO): piano immaginario passante per PV e
parallelo al piano di terra.
Punto principale (P): proiezione ortogonale del punto di
vista sul quadro detta anche distanza principale o semplicemente distanza
perché indica la distanza dell’osservatore dal quadro
Punto di stazione (Ps): proiezione ortogonale del punto di
vista sul piano geometrale
Linea di terra (LT):
retta d’intersezione fra il quadro ed il piano di terra
Punto sulla linea di terra (Pt): proiezione ortogonale del
punto principale e del punto di stazione sulla linea di terra
Linea di orizzonte (LO): retta d’intersezione fra il quadro
ed il piano di orizzonte. Per costruzione è parallela alla linea di terra e la
sua distanza da essa indica l’altezza dell’occhio dell’osservatore.
Raggi visuali: rette che congiungono il PV con i punti che
costituiscono l’oggetto da rappresentare (quali ad esempio retta
PV-A,PV-B,PV-C)
Metodi prospettici
a) Metodo dei punti di distanza
b) Metodo dei punti di fuga e delle perpendicolari al quadro
c) Metodo del taglio dei raggi visuali
d) Metodo dei punti misuratori
CLASSE 1 E - TERZA SETTIMANA DI MARZO - ELLENISMO
ELLENISMO
L'Ellenismo è quel periodo della storia greca che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) fino alla conquista dell'Egitto da parte dei Romani (30 a.C.)
Il carattere più marcato dell'Ellenismo fu la sua internazionalità, accompagnata dal fenomeno dell'eclettismo, ossia una pacifica convivenza di espressioni culturali di provenienza diversa. Emerse anche una forma di individualismo nuova per il mondo greco, cioè venne meno quel senso della collettività, che era stato così forte nelle città nell'età classica.
Se l'arte classica era stata concepita come "utile" in quanto espressione di verità, l'arte ellenistica fu prodotta fine a se stessa.
Modello della città di Pergamo - Pergamonmuseum - Berlino
L'arte ellenistica, prevalentemente sviluppatasi nell'ambito delle diverse corti, perse il tradizionale ruolo educativo dell'arte classica e divenne elitaria.
Le opre furono spesso apprezzate più per la tecnica con cui erano eseguite o per la loro capacità di stupire che per il proprio significato. Per questo comparvero soggetti nuovi, non di rado scelti perché bizzarri o addirittura ripugnanti.
Componimenti dell'arte ellenistica furono dunque un accentuato realismo, una forte espressività una vivace rappresentazione dei movimenti.
Non mancarono tuttavia i legami con la tradizione classica idealizzante, che in alcuni casi prevalsero sulle nuove tendenze o si mescolarono.
I principali centri di produzione artistica furono Alessandria, Pergamo, Rodi e Milo.
L'arte ad Alessandria è segnata da un marcato realismo, come dimostra la scultura della Vecchia ubriaca.
Mirone di Tebe, Vecchia ubriaca, copia antica da un originale del III secolo a.C. - Marmo - altezza 92 cm - Roma Musei capitolini
La Vecchia ubriaca è uno degli esempi più interessanti del realismo alessandrino. La vecchia è rappresentata ubriaca abbracciata al bottiglione coronato di edera, con il capo rovesciato e al bocca aperta; il corpo scheletrico è devastato dalla vecchiaia, dalle privazioni e dall'abuso di alcool. Come si vede. l'artista ha ritratto Maronide (dona devota a Dioniso) senza alcun tentativo di idealizzazione, anzi con un evidente compiacimento per la resa di particolari quasi sgradevoli.
A Pergamo invece si preferì un'arte con una forte valenza celebrativa, come tetimonia l'Altare di di Zeus e Athena nella sua Acropoli.
Altare di Pergamo, 197-159 a.C. Berlino Pergamonmuseum
L'altare celebra la vittoria sui Galati ed è dedicato a Zeus Sotèr (salvatore) e ad Athena Nikèphoros (portatrice di vittoria). Il monumento presenta una pianta rettangolare con due ali sporgenti. . Il basamento è ornato da un fregio ad altorilievo lungo 120 metri sul quale si sviluppa una Gigantomachia animata da una lotta feroce fra gli dei e i Giganti.
Firomaco, Athena e Alcioneo. Particolare del fregio grande dell'Altare di Pergamo 197 - 159 a.C. Marmo, altezza 2.30 m Berlino, Pergamonmuseum
A Rodi fu scolpito il Laocoonte, un'opera che si distingue per la drammaticità del tema e la vivacità dell'espressione, ma che rinuncia la realismo, come attesta il fisico atletico del protagonista.
Laocoonte, copia natica da un originale in bronzo della metà del II secolo a.C. - Marmo, altezza 2.42 m - Roma Musei Vaticani
Il Laocoonte fu ritrovato nel 1506, tra le rovine delle Terme di Tito a Roma, questa scultura impressionò enormemente gli artisti rinascimentali, in particolare Michelangelo, che la definì "un portento dell'arte".
L'autore del Laocoonte vole tradurre in opera scultorea un celebre tema letterario: il dramma del sacerdote troiano, punito da Poseidone per aver tentato d'impedire l'ingresso a Troia del cavallo di legno (con i soldati greci nascosti dentro). Morì infatti stritolato da due serpenti, assieme ai suoi figli. E proprio la morte del sacerdote fu scelta dall'artista come soggetto per la sua scultura. L'uomo si contorce nel tentativo di liberare sé stesso e i figli dalle spire dei rettili, lo spasimo gli contrae il volto, la bocca è dischiusa, lo sguardo è rivolto al cielo. L'espressività, unita alla rappresentazione del movimento, è sicuramente uno dei tratti più caratterizzanti di quest'opera ellenistica, che per altri versi si dimostra, invece, ancora debitrice della cultura classica, come si evince dal corpo muscoloso, degno di un atleta olimpionico.
Alla scuola di Rodi appartiene la Nike di Samotracia, una delle più convincenti figure in movimento di tutta l'arte ellenistica.
Pitocrito (attribuita) Nike di Samotracia, inizio del II se. a.C. Marmo, altezza 2.45 m - Parigi Museo del Louvre
La Nike è stata concepita mentre spicca il volo dalla prua di una nave: ha infatti una gamba fortemente avanzata, l'altra arretrata. L'energica torsione del busto vuole opporsi al forte vento contrario che le agita la veste. Il panneggio, gonfio e fluttuante, risolve arditamente e brillantemente il problema dell'effetto moto e conferisce alla figura quel senso ineguagliato di aerea leggerezza che la fa librare nello spazio.
Proviene dall'isola di Milo (nelle Cicladi) l'Afrodite di Milo (Venere di Milo) una delle opere più famose del mondo antico.
Afrodite di Milo, II sec. a.C. - Marmo - altezza 2.45 m. - Parigi Louvre
La dea seminuda presenta una progressiva e delicata torsione verso sinistra, controllata e bilanciata, in un mirabile equilibrio, dalla gamba sinistra, piegata a trattenere la veste che sta scivolando. Autorevole e sensuale la dea mostra il bel corpo vitale e tornito. Lo sguardo malinconico e lontano ne fa un capolavoro di misura e di buon gusto, uno degli ultimi della lunga storia dell'arte greca.
Il Pugile delle terme detto anche Pugile del Quirinale, porta a compimento la ricerca condotta, quasi due secoli prima da Lisippo, sulla rappresentazione degli atleti.
Pugile delle terme - I sec. a.C. - Bronzo - altezza 1.28 m - Roma Museo Nazionale Romano
L'uomo non è più nel fiore degli anni, pratica uno sport disprezzato dall'arte classica ed è mostrato stanzo e confuso alla fine di un incontro.
Il Discobolo e il Doriforo sono uomini perfetti e come tali si avvicinano alla condizione del divino; il nostro pugile, al contrario, è un uomo vero.
A differenza dell'architettura classica, che aveva sempre ricercato la perfezione delle forme e delle proporzioni, l'architettura ellenistica si distingue per il suo carattere scenografico.
Tempietto di Athena, IV secolo a.C. Santuario di Apollo, Delfi
Compaiono nuove tecnologie, ad esempio quella del tempio circolare, e nuove strutture, come l'arco e la volta, che tuttavia sono utilizzate prevalentemente per l'apertura delle porte urbane.
Porta di Priene - disegno ricostruttivo
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