Il New Dada e il Nouveau Réalisme
All'inizio degli anni Sessanta si affermò negli Stati Uniti una corrente artistica che si riallacciava alla ricerche dadaiste del primo dopoguerra e per questo detta New Dada o Neodadaismo.
I neodadaisti, impiegando materie di recupero, vollero inaugurare una nuova stagione della poetica dell'oggetto. Oggetti tratti dalla realtà quotidiana, sfruttati e poi buttati dalla società, furono decontestualizzati per trasformarne ironicamente il significato.
In America
Robert Rauschenberg produsse
combine paintings facendo aderire alla tela oggetti, foto e pagine di giornale. Il suo
Bed è vero e proprio letto, disfatto e appeso verticalmente nonché sporcato di colore: in questo caso, le pennellate di colore rappresentano l'arte che nobilita e rigenera, quasi magicamente gli oggetti.
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Robert Rauschenberg - Bed - 1955 - Tecnica mista e assemblaggio - 185x77.5 cm - New York Collezione Castelli |
Jaspers Johns si avvalse di un repertorio limitato di soggetti e immagini banali che ripetè e combinò con intento ironico e antiretorico. Il suo tema preferito fu quello della bandiera statunitensi, una delle icone più rappresentative della cultura americana.
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Jasper Johns, Tre bandiere - 1958 - Assemblage encausto su tela - 78.4x115.6 cm - New York Whitney Museum of American Art |
In Francia si affermò il
Nouveau Réalisme (Nuovo Realismo) che si avvalse di oggetti prodotti in serie (nuovi oppure usati), rottami di ferro, tubi compressi, poster lacerati. L'oggetto ridotto a spazzatura divenne emblematico dell'intera società consumistica, che tutto tritura e tutto distrugge.
Arman produsse "pattumiere", cioè veri e proprio mucchi di detriti, "accumulazioni", che sono ammassi di oggetti logori e tutti uguali, e "oggetti spezzati", cioè bruciati o tagliati a fette e poi collocati in contenitori trasparenti.
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Arman - Chopin's Waterloo - 1961 - Pezzi di pianoforte fissati su un pannello di legno - 186x302x48 cm - Parigi Musée Nationa d'Art Moderne Centre Pompidou |
Christo impacchettò gli oggetti, con fogli di cellophane o teli bianche, per rimarcare il valore simbolico che un oggetto assume quando viene nascosto alla vista.
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Christo - Tavolo con oggetto impacchettato - 1964 - Panno metallo corda - 37x150 cm - Milano Galleria Apollinaire |
César creò delle "compressioni", blocchi prismatici ricavati schiacciando vecchie carrozzerie di automobili sotto una pressa da demolizione.
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César - Compressione - 1962 - Elementi di automobile pressati - 153x73x65 cm - Parigi - Musée National d'Art Moderne Centre Pompidou |
Yves Klein, convinto che la pittura dovesse rappresentare il bisogno assoluto di purezza e di armonia, produsse monocromi rossi o blu, talvolta animati da grumi, spugne o altri elementi tridimensionali.
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Yves Klein - Accordo blu - 1960 - Spugne pigmento a secco in resina sintetica su tavola - 198x163x13.5 cm - Amsterdam Stedeljk Museum |
In Italia,
Piero Manzoni scelse la via della dissacrazione ironica con "corpi d'aria", "uova sode" firmate, "linee senza fine" e soprattutto con la sua "merda d'artista": novanta scatolette, in ognuna delle quali aveva conservato 30 grammi delle proprie feci. Con Piero Manzoni persino le Opere d'arte viventi, modelle nude "firmate" dall'artista nel 1961, costituivano, almeno durante l'esecuzione della firma, quindi durante la performance, una vera e propria opera d'arte.
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Piero Manzoni - Uovo con impronta n. 14 - 1960 - Uovo, inchiostro, legno - Vacciago d'Ameno (Novara) Fondazione Calderara |
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Piero Manzoni - Merda d'artista n. 80 - 1961 - Scatole in metallo numerate con etichetta firmata e datata - Milano Museo del Novecento |
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Piero Manzoni - Opere d'Arte viventi - 1961 - Performance |
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