mercoledì 29 aprile 2015

CLASSE 5° - QUARTA SETTIMANA DI APRILE- IL NEW DADA E IL NOUVEAU REALISME

Il New Dada e il Nouveau Réalisme

All'inizio degli anni Sessanta si affermò negli Stati Uniti una corrente artistica che si riallacciava alla ricerche dadaiste del primo dopoguerra e per questo detta New Dada o Neodadaismo.
I neodadaisti, impiegando materie di recupero, vollero inaugurare una nuova stagione della poetica dell'oggetto. Oggetti tratti dalla realtà quotidiana, sfruttati e poi buttati dalla società, furono decontestualizzati per trasformarne ironicamente il significato.

In America Robert Rauschenberg produsse combine paintings facendo aderire alla tela oggetti, foto e pagine di giornale. Il suo Bed è vero e proprio letto, disfatto e appeso verticalmente nonché sporcato di colore: in questo caso, le pennellate di colore rappresentano l'arte che nobilita e rigenera, quasi magicamente gli oggetti.
Robert Rauschenberg -  Bed -  1955 - Tecnica mista e assemblaggio - 185x77.5 cm - New York Collezione Castelli

Jaspers Johns si avvalse di un repertorio limitato di soggetti e immagini banali che ripetè e combinò con intento ironico e antiretorico. Il suo tema preferito fu quello della bandiera statunitensi, una delle icone più rappresentative della cultura americana.
Jasper Johns, Tre bandiere - 1958 - Assemblage encausto su tela - 78.4x115.6 cm - New York Whitney Museum of American Art
In Francia si affermò il Nouveau Réalisme (Nuovo Realismo) che si avvalse di oggetti prodotti in serie (nuovi oppure usati), rottami di ferro, tubi compressi, poster lacerati. L'oggetto ridotto a spazzatura divenne emblematico dell'intera società consumistica, che tutto tritura e tutto distrugge.

Arman produsse "pattumiere", cioè veri e proprio mucchi di detriti, "accumulazioni", che sono ammassi di oggetti logori e tutti uguali, e "oggetti spezzati", cioè bruciati o tagliati a fette e poi collocati in contenitori trasparenti.
Arman - Chopin's Waterloo - 1961 - Pezzi di pianoforte fissati su un pannello di legno - 186x302x48 cm - Parigi Musée Nationa d'Art Moderne Centre Pompidou
Christo impacchettò gli oggetti, con fogli di cellophane o teli bianche, per rimarcare il valore simbolico che un oggetto assume quando viene nascosto alla vista.
Christo - Tavolo con oggetto impacchettato - 1964 - Panno metallo corda - 37x150 cm - Milano Galleria Apollinaire

César creò delle "compressioni", blocchi prismatici ricavati schiacciando vecchie carrozzerie di automobili sotto una pressa da demolizione.
César - Compressione - 1962 - Elementi di automobile pressati - 153x73x65 cm - Parigi - Musée National d'Art Moderne Centre Pompidou

Yves Klein, convinto che la pittura dovesse rappresentare il bisogno assoluto di purezza e di armonia, produsse monocromi rossi o blu, talvolta animati da grumi, spugne o altri elementi tridimensionali.

Yves Klein - Accordo blu - 1960 - Spugne pigmento a secco in resina sintetica su tavola - 198x163x13.5 cm - Amsterdam Stedeljk Museum
In Italia, Piero Manzoni scelse la via della dissacrazione ironica con "corpi d'aria", "uova sode" firmate, "linee senza fine" e soprattutto con la sua "merda d'artista": novanta scatolette, in ognuna delle quali aveva conservato 30 grammi delle proprie feci. Con Piero Manzoni persino le Opere d'arte viventi, modelle nude "firmate" dall'artista nel 1961, costituivano, almeno durante l'esecuzione della firma, quindi durante la performance, una vera e propria opera d'arte.
Piero Manzoni - Uovo con impronta n. 14 - 1960 - Uovo, inchiostro, legno - Vacciago d'Ameno (Novara) Fondazione Calderara 

Piero Manzoni - Merda d'artista n. 80 - 1961 - Scatole in metallo numerate con etichetta firmata e datata - Milano Museo del Novecento

Piero Manzoni - Opere d'Arte viventi - 1961 - Performance



martedì 28 aprile 2015

CLASSE 2°- QUARTA SETTIMANA DI APRILE-SCULTURA GOTICA

SCULTURA GOTICA

La scultura gotica esordì in Francia nei portali delle cattedrali capaci di ospitare figure monumentali di santi, vescovi e re ma anche tradizionali soggetti di fede, le occupazione dei mesi, i mestieri, le figurazioni astrologiche.
Gli scultori gotici tornarono a studiare le proporzioni del corpo umano e i suoi movimenti. Tale processo seguì un percorso graduale.  In Francia, dalle statue-colonna (Portale Reale della Cattedrale di Chartres) si passò a figure curate nei dettagli e naturali nelle pose ( sculture della Cattedrale di Reims).
Portale Reale - 1145-55 - Pietra - Chartres (Francia)Cattedrale di Notre-Dame

Annunciazione, particolare dell'Angelo annunciante - 1225 - Particolare del Portale centrale della Cattedrale di Reims
In Germania le sculture si distinguono per accentuata drammaticità, spesso vicina al pathos, e in alcuni casi caratterizzandosi con toni popolareschi. Di estrema importanza la produzione artistica di Bamberga .
Cavaliere di Bamberga - 1225-37 - Pietra - altezza 2.67 m - Cattedrale di Bamberga Germania
Accanto a un tipo di scultura capace di rielaborare i modelli francesi, si diffuse una scultura devozionale che amava ritrarre soggetti patetici e intensi quali il Crocifisso "tragico", l'Ecce Homo, e la Madonna con il Cristo morto in grembo, detta anche Pietà. In queste opere i caratteri drammatici sono molto accentuati per destare la commozione del fedele.
Cristo crocifisso - 1304 - Legno dipinto - altezza 1.5 m - Colonia Santa Maria in Campidoglio Germania

Pietà di Roettgen - 1300 ca - Lengo dipinto - altezza 90 cm - Bonn Landesmuseum Germania

In Italia furono recuperati i valori del classicismo. Esponente di spicco di questa tendenza fu Nicola Pisano. Il suo pulpito per il Battistero di Pisa (1260) è considerato l'emblema del classicismo gotico. Il suo Pulpito per il Duomo di Siena (1265-69) invece, si riconduce più nell'alveo della scultura gotica europea.
Nicola Pisano - Pulpito - 1265-69 - Marmo - altezza 4.6 m - Siena Duomo
Nicola Pisano - Pulpito - Marmo - Siena


Giovanni Pisano figlio e allievo di Nicola, esordì con la facciata del Duomo di Siena per la quale realizzò statue di profeti, filosofi e sibille. Nel 1258 realizzò il Pulpito per la Chiesa di Sant'Andrea, considerato la risposta italiana al Gotico francese. Nel grandioso Pulpito per il Duomo di Pisa (1302-10) egli abbandonò, in parte, il linguaggio gotico e ripropose modelli antichi. Con la Madonna degli Scrovegni (1305) elaborò il motivo iconografico della madre che dialoga col figlio in un gioco di sguardi.
Sculture di Giovanni Pisano
Giovanni Pisano - sculture per  la facciata del Duomo di Siena - 1289-96
Giovanni Pisano - Pulpito di Sant'Andrea 1297-1301
Giovanni Pisano - Pulpito Duomo di Pisa - 1302-10
Giovanni Pisano - Madonna degli Scrovegni - 1305 - Marmo - altezza 1.85 m - Padova Cappella degli scrovegni

Arnolfo di Cambio fu architetto e scultore. A Roma dal 1277, ritrasse Carlo I di Angiò su un trono, riproducendo i tratti somatici del re. Nel 1296, per il Duomo di Firenze curò il progetto architettonico e l'intero apparato decorativo della facciata originaria. La sua Madonna in trono con Bambino ha una compostezza del tutto classica.
Arnolfo di Cambio - Carlo I d'Angiò - 1277 - Marmo - altezza 160 cm - Roma Campidoglio Palazzo dei Conservatori

Tra gli scultori italiani più attivi e noti del Trecento, ricordiamo Lorenzo Maitani, che nella facciata del Duomo di Orvieto esalta con i suoi bassorilievi la bellezza del corpo umano.
Lorenzo Maitani - Dannati, particolare del Giudizio Universale - 1330 ca .- Pietra, Facciata del Duomo di Orvieto
Andrea Pisano fu autore delle sobrie ed eleganze formelle per la Porta sud del Battistero di Firenze con Storie del Battista. Suo figlio, Nino Pisano, fu autore di belle Madonne che richiamano i modelli della statuaria francese. Il senese Tino di Camaino realizzò alcuni monumenti funebri che diventano modello di riferimento per tutta la scultura italiana del XIV secolo.

Andrea Pisano - Battesimo di Cristo - formella della Porta sud del Battistero di Firenze
Nino Pisano - Madonna del Latte - 1365-68 - Marmo policromo - altezza 91 cm - Pisa Chiesa di santa Maria della Spina


Tino Camaino - Madonna col Bambino - 1313-15 - Marmo - Torino Museo Civico di Arte Antica

lunedì 27 aprile 2015

CLASSE 5 - QUARTA SETTIMANA DI APRILE - L'ARTE DEL SECONDO DOPOGUERRA

L'ARTE DEL SECONDO DOPOGUERRA

Alla fine della seconda guerra mondiale l'Europa fu afflitta da una crisi economica e morale di amplissime proporzioni, in un clima di profondo sconforto generalizzato.
I tradizionali rapporti di forza mondiali apparvero subito stravolti: infatti, al declino delle grandi potenze europee, e in particolare della Francia, della Germania e dell'Inghilterra, corrispose l'ascesa delle due superpotenze vincitrici del conflitto, ossia gli Stati Uniti e l?unione Sovietica.

Gli Stati uniti diventarono in  pochi anni la potenza egemone del sistema capitalistico mondiale.
L'industria americana iniziò a dominare su tutti i mercati internazionali, incidendo in modo determinante sulla trasformazione culturale dell'intero Occidente.

I paesi europei alleati degli americani furono presto coinvolti in questa crescita economica esplosiva, che non a caso è ricordata con il termine di boom economico e che garantì un benessere generalizzato.  Il modello di vita urgano si ispirò a quello degli Stati Uniti, conosciuto attraverso il cinema, i rotocalchi popolari e la televisione.

La concezione stessa dell'arte mutò profondamente: un nuovo processo creativo guidò gli artisti verso scelte drastiche e molto soggettive, senz'altro influenzate dai recenti e catastrofici eventi.
L'arte prodotta nel secondo dopoguerra, e dunque fra gli anni Cinquanta e Sessanta, è comunemente indicata come arte moderna.

In questo panorama complesso presero avvio movimenti di grande impatto socio-culturale.
Il Nuovo Astrattismo propose una condizione estetica nuova, fortemente imprtegnata di teorie filosofiche ed esistenziali.

Il New Dada ripropose alcune conquiste fondamentali del Dadaismo di inizio secolo, tra cui il rifiuto del concetto di opera d'arte tradizionale e il riconoscimento di un valore estetico ed artistico ad oggetti comuni.

La Pop Art, recuperando un linguaggio figurativo di facile o immediata lettura, desunto dal mondo della pubblicità, esaltò e celebrò la produzione di massa e la cultura popolare.

Jackson Pollock (1912 - 1956)
Espressionismo Astratto - Action Painting - Dripping

Jackson Pollock - Occhi nel calore I - 1946 - Olio su tela - 1.37x1.09 m - Collezione privata

Jackson Pollock - Pali blu- 1953 - Olio, duco calori ad alluminio su tela - 2.10x4.88 m - New York Collezione Ben Heller
Mark Rothko (1903 - 1970)
Nuovo concetto di spazio pittorico
Spazio colore

No 61 Mark Rothko.jpg

Mark Rothko

1953

Olio su tela

115 cm × 92 cm

Museum of Contemporary Art, Los Angeles
 


CLASSE 3 - QUARTA SETTIMANA DI APRILE - TIZIANO

TIZIANO VECELLIO (Pieve di Cadore 1488-90 - Venezia 1576)

Tiziano esordì nel 1508 come collaboratore di Giorgione, da cui apprese la pittura tonale e la tendenza all'allegorismo, che tuttavia aggiornò con una cultura molto più ricca e multiforme.

Il Concerto campestre (1509-1510) rappresenta un gruppo di personaggi intenti a suonare all'aria aperta. Tale soggetto va ricondotto a una cultura di matrice filosofica che vedeva la musica il riflesso dell'armonia universale.
Tiziano - Concerto campestree - 1509-1510 - Olio su tela - 1.10x1.38 m - Parigi Museo del Louvre
Anche Amor sacro e Amor profano (1514-15) potrebbe avere un significato filosofico-morale, essendo presenti due Veneri, quella Celeste, dea dell'amor divino e della bellezza ideale, e quella Volgare, l'amore umano e sensuale.
Tiziano - Amore sacro e Amor profano - 1514-1515 - Olio su tela - 1.18x2.79 m - Roma Galleria Borghese

La pala con L'Assunta (1516-18) presenta importanti novità iconografiche e pittoriche. Manca l'immagine del sepolcro vuoto e la figura di Dio Padre sostituisce quella di Cristo. Il Padre Eterno, Maria e gli apostoli alimentano con le loro posizioni un moto ascensionale che vivacizza la scena. Tutte le figure sono plasmate dalle luci, dalle ombre e dal colore.
Tiziano - L'Assunta - 1516-18 - Olio su tavola - 6.9x3.6 m - Venezia Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari

Anche la Pala di Pesaro (1519) presenta novità iconografiche, come la posizione del gruppo, composto dalla Madonna, alcuni santi e i committenti, disposti lungo un asse diagonale.
Tiziano - Pala di Pesaro - 1519-26 - Olio su tela - 4.78x2.66 m - Venezia Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari
La Venere di Urbino (1583) sottolinea l'importanza della dimensione erotica all'interno del matrimonio. Venere è sdraiata in un letto disfatto e punta lo sguardo seduttivo allo spettatore. Ma vari simboli, tra cui il cagnolino, chiariscono che questa sensualità è limitata esclusivamente al rapporto fra coniugi.
Tiziano - 1538 - Olio su tela - 1.19x1.65 m - Firenze Uffizi
Tiziano ebbe straordinarie capacità di ritrattista, che mise al servizio soprattutto dell'Imperatore Carlo V. I ritratti realizzati per il sovrano di Spagna fissano i nuovi caratteri dei ritratti di Stato, che prevedono la rappresentazione della figura intera.

Anche il Ritratto di papa Paolo III con nipoti Alessandro e Ottavio Farnese (1545-46), la rappresentazione a figura intera punta a esaltare il ruolo del pontefice e dei suoi congiunti. La tela, secondo i caratteri dello stile tizianesco, presenta pennellate rapide, dense e pastose e colori caldi e accesi.
Tiziano -  1545-46 - Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese - Olio su tela - 2.1x1.74 m - Napoli Galleria Nazionale di Capodimonte
Dal 1551, Tiziano iniziò la sua produzione di scene mitologiche per Filippo II, figlio di Carlo V. Emerge, in queste opere, un lacerante pessimismo, evidente nella tela con la Punizione di Marsia (1565-1570). Il colore, steso con rapide e irregolari pennellate, sembra disfarsi, conferendo al dipinto un senso di non-finito.Quella del non-finito fu per Tiziano una scelta di natura puramente artistica e non filosofica.
Tiziano - Punizione di Marsia - 1565-70 - Olio su tela - 2.12x2.07 m - Kromeriz Palazzo arcivescovile
La Pietà (1570-1576), con i suoi colori densi e impastati, ha l'aspetto di un semplice abbozzo. Concepita per la propria sepoltura, è una proiezione autobiografica di Tiziano sul pensiero della morte. L'artista si ritrae inginocchiato ai piedi del Cristo, come ad invocare il suo perdono.
Tiziano e Palma il Giovane - Pietà - 1570-1576 - Olio su tela - 3.51x3.89 m - Venezia Galleria dell'Accademia



domenica 26 aprile 2015

CLASSE IV- QUARTA SETTIMANA DI APRILE- MANET

EDOUARD MANET

Edouard Manet si dedicò alla pittura benchè fosse ricco di famiglia e si orientò verso il Realismo nonostante fosse stato educato, artisticamente, all'accademismo. Il suo primo capolavoro, Il bevitore di assenzio, raffigura un uomo accasciato contro un muro e inebetito dall'abuso di assenzio.
Il bevitore di assenzio
Manet, Il bevitore di assenzio, 1859 - Olio su tela - 1.81x1.06 m - Copenaghen Ny Carlsberg Glyptothek

Non fu solo la vita dei bassi fondi ad interessare Manet come artista. Egli amò raffigurare anche l'alta borghesia e l'aristocrazia, classi sociali da cui proveniva. Musica alle Tuileries  ci mostra l'autore assieme a un pubblico di nobili, critici, poeti e artisti, riuniti ai giardini delle Tuileries per ascoltare musica.
Manet, Musica alle Tuileries, 1862 - Olio su tela - 76x118 cm - Londra Nationale Gallery

Nel 1863, al Salon des Refusés, fu esposta Le déjeuner sur l'herbe. L'opera ebbe l'effetto di un vero e proprio terremoto su pubblico e critica che la giudicò una oscenità. Il quadro rappresenta un gruppo di quattro persone: una di questa è una donna nuda, seduta e affiancata da due uomini completamente vestiti. Tale nudo apparve realistico e attuale, e in quanto tale imbarazzante. Manet adottò anche una tecnica pittorica nuova: fornì indicazioni solo sommarie nella descrizione delle forme e dei particolari del fondo, riducendo il chiaro-scuro e talvolta abolendolo.
Manet, Déjeuner sur l'Herbe - 1863 - Olio su tela - 2.08x2.64 m - Parigi Musée d'Orsay

Pochi mesi dopo la realizzazione del quadro sopracitato, Manet dipinse un secondo capolavoro, L'Olympia, presentato al Salon ufficiale del 1865. Il quadro presenta una donna completamente nuda, identificabile con una prostituta, sdraiata sopra il suo letto disfatto. Sullo sfondo una domestica di coloro si avvicina per consegnarle un bouquet di fiori. Come nella Colazione sull'erba, la scena è costruita attraverso rapide pennellate e solo osservandola in lontananza acquista un effetto realistico. Pubblico, critici e giornalisti furono attratti dal uovo scandaloso dipinto di Manet e seppellirono di critiche tanto l'opera quanto il suo autore. Il dipinto fu definito "una spregevole odalisca con il ventre giallo". Manet , per quanto si ritenesse pronto a parare i colpi, disse al poeta Baudelaire, suo amico, di non essere mai stato così offeso dalle maldicenze della critica. In genere si compiaceva se il pubblico lo considerava provocatorio, trasgressivo e persino eccessivo; in una circostanza, però, gli attacchi lo ferirono profondamente. Manet spiegò che la sua Olympia altro non era che l'interpretazione in chiava moderna di un capolavoro rinascimentale, cioè la Venere di Urbino di Tiziano. Anche nel quadro del grande artista veneto, infatti, si vede una donna nuda sdraiata, sopra un letto disfatto, che guarda verso l'osservatore con fare sensuale, mentre sullo sfondo due domestiche si danno da fare col suo guardarroba. Benchè il legame con l'autorevole modello fosse evidente la critica non trovò giustificazioni. Il capolavoro di Tiziano aveva per protagonista una dea, e non una donna, meno che mai una prostituta; inoltre esso celebrava l'eros, ma circoscrivendolo nell'ambito matrimoniale, come dimostra la presenza del cagnolino (simbolo di fedeltà) che sonnecchia ai piedi di Venere. Olympia era tutto un altro discorso e Manet, ovviamente, ne era ben consapevole. Che esistessero bordelli a Parigi lo sapevano tutti e , anzi, molti gentiluomini usavano frequentarli regolarmente. Parigi vantava almeno 35.000 prostitute; a nessuno, però, era venuto in mente di dipingerne una nella posa della Venere di Urbino. L'oltraggio nasceva quindi sia dalla decisione di rendere pubblico ciò che normalmente si fingeva di ignorare sia dalla scelta, altrettanto irritante, di utilizzare l'arte rinascimentale per raffigurare le bassezze della vita. Una curiosità: la notorietà conquistata da Olympia fu fatale per la reputazione della modella Victorine Meurent. La donna non riuscì mai più a liberarsi dalla fame di prostituta, e dopo la morte di Manet, finì i suoi giorni povera e alcolizzata.
Manet, Olympia, 1863 - Olio su tela - 1.3x1.9 m - Parigi Musée d'Orsay
Venere di Urbino
Tiziano, La Venere di Urbino - 1538 - Olio su tela - 1.19x1.65 m - Firenze Uffizi

Già nel 1863, Manet conobbe Degas, uno dei futuri impressionisti; nel 1866 strinse amicizia anche con Monet e Renoir. Gli impressioniksti sollecitarono Manet a dipingere all'aria aperta. Alcuni elementi di un linguaggio più propriamente impressionista emersero nella pittura di Manet a partire dal 1874.

Risale al 1877 un nuovo soggetto sulla prostituzione: una raffigurazione di Nanà, protagonista dell'omonimo romanzo di Emile Zola, mostrata in compagnia di un cliente. E' del 1881-82 Il bar delle Folies-Bergière, uno degli ultimi quadri di Manet. Una barista dall'espressione assente e inquietante si trova dietro un bancone carico di bottiglie. Alle sue spalle in grande specchio riflette una tipica scena da caffé, con la gente seduta ai tavolini. Un effetto prospettico deliberatamente falso ci permette di vedere nello specchio allo stesso tempo la donna e un uomo che sta per rivolgerle la parola.
Manet, Nanà - 1877 - Olio su tela - 1.54x1.15 m - Amburgo Kunsthalle
Manet, Il bar delle Folies-Bergère, 1881-82 - Olio su tela - 96x130 cm - Londra Courtauld Institute Galleries

CLASSE I - QUARTA SETTIMANA DI APRILE- ROMA REPUBBLICANA

ARCHITETTURA E ARTE NELLA ROMA REPUBBLICANA

I Romani conobbero l'arte attraverso le civiltà etrusca e greca e ne rimasero piuttosto soggiogati. Questo comportò una certa dipendenza dai modelli culturali di riferimento, soprattutto quello ellenico. Tuttavia, furono ingegneri straordinari.

I Romani costruirono grandi strutture e monumenti grandiosi, grazie all'uso combinato dell'arco e della volta (ereditati dagli Etruschi) con materiale edilizio di loro invenzione, il calcestruzzo, ottenuto miscelando la malta con inerti di varie dimensione (gaia e sabbia). L'uso di casseforme sagomate consentiva di ottenere le strutture delle forme volute.
Tecnica per la costruzione di un muro a sacco

I Romani edificarono grandi opere di pubblica utilità: acquedotti, strade, fognature.
Acquedotto di Pont-du-Gard 19 a.C. Francia
Strada romana a Pompei

Esempio di cloaca romana

I Romani furono anche dei grandi urbanisti. Adottarono il modello ippodameo a scacchiera per le città di nuova fondazione, che quindi erano attraversate da due arterie stradali principali perpendicolari tra loro (cardo e decumano) e presentavano un sistema stradale secondario a griglia.

Augusta Prætoria, la città romana


Augusta Prætoria (anno di fondazione 25 a.C.) in un disegno di Francesco Corni
Il rettangolo caratteristico dell'abitato di Augusta Prætoria (Aosta) deriva dai limiti naturali segnati a nord dal pendio della montagna, a est dal corso del Buthier e a sud da quello della Dora Baltea. Il decumano massimo costituiva l'asse principale della città e la inseriva nella direttrice preminente del traffico. Il cardine massimo incrociava il decumano ad angolo retto ai tre quarti della lunghezza verso occidente, un decentramento a cui corrispondeva quello dell'area forense. Il tracciato regolare delle strade, che si intersecavano perpendicolarmente, suddivideva lo spazio interno in insulæ (isolati) rettangolari.
1. Ponte sul torrente Buthier
2. Arco onorario d'Augusto
3. Cinta muraria
3a. Porta Prætoria3b. Porta Decumana3c. Porta Principalis Sinistra3d. Porta Principalis Dextera4. Foro: criptoportico templi, platea
5. Teatro
6. Anfiteatro
7. Area funeraria fuori Porta Decumana8. Villa della Consolata

Al centro della città romana si apriva il foro, la piazza principale, che sommava le funzioni dell'agorà e dell'acropoli: era infatti luogo di incontro per i cittadini e scenario delle principali celebrazioni religiose. Il foro più importante a Roma in età repubblicana fu il cosiddetto Foro Romano. 


ricostruzione di un Foro romano



I due edifici più importanti del foro erano il tempio e la basilica. Il tempio romano mantenne la medesima tipologia di quello etrusco con una cella a volte tripartita, un profondo pronao, una scalinata frontale e l'assenza della peristasi. La basilica non aveva funzioni religiose ma civiche (era anche tribunale) e si presentava come una grande sala rettangolare, divisa al suo interno da colonnati e con due grandi absidi sui lati corti.
Tempio detto Maison Carré 19-16 a.C.  Nimes, Francia

Pianta della Basilica Ulpia 113 d.C. Roma

Le tipologie abitative erano due: la domus e l'insula. La domus era una abitazione unifamiliare, caratterizzata da due cortili intorno ai quali ruotavano tutti gli ambienti della casa. L'insula era un edificio plurifamiliare con appartamenti distribuiti su più piani.




Casa dei Vettii, I secolo a.C. Pompei

Tra il II e il I secolo a.C. fuori Roma, furono costruiti tre grandi santuari, importanti luoghi di culto dedicati a divinità molto venerate: il Santuario della Fortuna Primigenia (fine del II secolo a.C.), quello di Giove Anxur (primi anni del I secolo a.C.) e quello di Ercole Vincitore (fine del I secolo a.C.). Erano strutturalmente caratterizzati da terrazze disposte su vari livelli, il tempio principale è un teatro "alla greca".
Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina II - I secolo a.C. ricostruzione
Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina II - I secolo a.C.

Nel campo della scultura ebbe particolare importanze l'arte del ritratto. E' infatti ricca, in età repubblicana, la produzione di busti che riproducevano i volti senza alcuna idealizzazione. 
Presunto ritratto di Lucio Cornelio Silla, metà I secolo a.C. Marmo, Venezia, Museo Archeologico