domenica 22 febbraio 2015

ARTE GRECA. LA PRIMA ETA' CLASSICA

ARTE GRECA. LA PRIMA ETA' CLASSICA

L'anno 480 a.C. segna il passaggio dall'età arcaica all'età classica, la quale durò fino al 323 a.C. L'arte classica, a sua volta, si divide in prima classicità (V secolo) e seconda classicità (IV secolo), Il termine classico deriva dal latino e significa "scelto", a indicare qualcosa che ha qualità superiore.

I primi trent'anni dell'arte classica (480 - 450 a.C.) sono indicati dagli studiosi con il termine di Stile severo. L'aggettivo "severo", nel senso di serio, fa riferimento all'abbandono del sorriso arcaico, avvenuto proprio nel 480 a.C. nei frontoni del Tempio di Athena Aphaia a Egina (figg. 1 - 2 - 3). In effetti, se confrontate con le precedenti sculture arcaiche, le prime opere classiche appaiono improvvisamente cupe, imbronciate.

Fig. 1 Frontone est del tempio di Egina, 485-480 a.C. circa, marmo pario, GliptotecaMonaco

Fig. 2 Frontone ovest del tempio di Egina, 505-500 a.C. circa circa, marmo pario, GliptotecaMonaco


 Fig. 3 Frontone ovest del tempio di Egina - ricostruzione


La figura umana rispetto alla fase arcaica di rappresentazione sintetica e stilizzata, interpreta l'uomo così com'era in quanto l'uomo è "misura di tutte le cose" (citazione tratta da Protagora, filosofo sofista 4886 - 411 a.C)e quindi in maniera verosimile. un esempio è l'Efebo di di Crizio (fig. 4)

Fig. 4 Crizio, Efebo, 480 a.C., Marmo, altezza 86 cm, Atene Museo dell'Acropoli

Un altro importante elemento di novità presentato dalla statuaria severa è il raggiungimento di un convincente naturalismo nella rappresentazione del corpo umano. Gli schematismi della scultura arcaica sembrano definitivamente abbandonati e anche le posizioni dei corpi, sia pure stanti, risultano più sciolti e rilassati. Compare infatti una nuova posizione, con il peso del corpo sostenuto da una gamba sola e con l'altra rilassata.

Verso la metà del V secolo a.C. si afferma in Grecia la grande statuaria in bronzo, destinata a un grande successo nel cinquantennio successivo. Purtroppo, la quasi totalità degli originali è andata perduta. Restano magnifici esempi di questa tecnica, lo Zeus di Artemision (fig. 5), l'Auriga di Delfi (fig. 6) e i Bronzi di Riace (fig. 7). Con questi ultimi, la rappresentazione del nudo maschile raggiunge risultati di assoluta eccellenza.

Fig. 5 Calamide,  Zeus dell'Artemision, 460 - 450 a.C. Bronzo, altezza 2.09 m, Atena, Museo Archeologico Nazionale

 Fig. 6 Sotade di Tespie, Auriga di Delfi,  475 a.C. Bronzo, altezza 1.80 m, Delfi Museo Archeologico
Fig. 7 Agelada e Alcamene, Guerrieri di Riace, Bronzo 455 a.C. altezza 1.98 m, Reggio Calabria Museo Archeologico. 

Nella ceramografia severa, alcuni motivi compositivi (estranei alla tradizione pittorica vascolare) hanno fatto ipotizzare  una certa influenza della cosiddetta grande pittura (murale e da cavalletto) che in questo periodo conobbe una straordinaria fioritura.
Purtroppo non ci sono pervenuti grandi capolavori pittorici. L'unica testimonianza è costituita dalla Tomba del tuffatore (fig. 8) ritrovata in Campania.

Tomba del tuffatore 480-470 a.C.  98x194 cm, Coperchio, Paestum, Museo Archeologico Nazionale.
Nel 1968 fu scoperta a Paestum una tomba a cassa costituita da cinque lastre calcaree. la lastra di copertura raffigura un giovane tuffatore. Per la prima volta  si poteva ammirare un esempio concreto di pittura greca classica.

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