RITORNO ALL'ORDINE. L'EUROPA DEI REGIMI
Tra il 1920 e il 1945 la storia d'italia fu segnata dal movimento politico e successivamente dal regime totalitario, del fascismo, fondato da Mussolini. Cancellate tutte le libertà costituzionali, Mussolini divenne duce e "guida suprema" d'Italia per più di vent'anni.
Negli stessi anni in Germania si costituì il movimento politico del nazionalsocialismo, il nazismo, fondato da Adolf Hitleer, basato su un'ideologia nazionalista, militarista e razzista. Hitler istituì un regime diddatoriale dal 1933 al 1945 e privò gli ebrei e altre minoranze di ogni diritto e cominciò la loro sistematica persecuzione, sterminandone circa 6 milioni.
Anche in Russia prese piede un regime totalitaristico; in seguito alla Rivoluzione bolscevica, il comunismo riuscì a conquistare il potere nella Russia zarista e a costruire la dittatura del proletariato. Fu Stalin a diventare la guida incontrastata del partito comunista sovietico.
La seconda guerra mondiale (1939-1945) ebbe una portata drammaticamente maggiore della prima. I morti furono infatti 20 milioni.
Negli anni Trenta, gli artisti in Europa si disposero su due fronti. Alcuni vollero sviluppare le ricerche avviate dalle prime Avanguardie oltre dieci anni prima, In campo architettonico, il Movimento Moderno elaborò un linguaggio formale e strutturale rivoluzionario, promuovendo, tra l'altro, l'uso di materiali come il cemento armato e il vetro. Altri artisti sollecitarono, invece, un pieno recupero della tradizione. Questo secondo fenomeno, anticipato in Italia dalla Metafisica, fu definito ritorno all'ordine. A tale contesto si riconducono il gruppo italiano chiamato "Novecento",la corrente artistica sempre italiana conosciuta come Realismo magico e anche il Surrealismo di origine francese sviluppato fra il 1924 e gli anni Quaranta.
L'arte della tradizione, nella sua componente classica in modo specifico, fu adottata dai regimi come arte di Stato, giacché la sua autorità poteva essere strumentalizzata per motivi evocativi e propagandistici. Non pochi artisti si opposero coraggiosamente al nazifascismo: basti ricordare George Grosz e Otto Dix in Germania. Anche i grandi maestri, tra cui Picasso con Guernica, espressero attraverso la pittura la propria indignazione.
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