sabato 21 febbraio 2015

IL ROMANTICISMO INGLESE. WILLIAM TURNER

IL ROMANTICISMO INGLESE. WILLIAM TURNER

L'arte romantica inglese e tedesca si identifica essenzialmente con il paesaggio seguendo la poetica del sublime che riconosceva la forza creatrice  e distruttiva insieme  della natura, capace di provocare nell'animo  un "orrore dilettevole".

William Turner (1775 - 1851)
Uomo solitario, tormentato e con pochissimi amici. Attratto soprattutto dallo spettacolo dei violenti sconvolgimenti naturali esprime la sua poetica nel paesaggio sublime. La rappresentazione di una natura davanti la quale l'uomo annichilisce. 
Turner non dipinge la natura con fini descrittivi ma con emotività e sentimento, cercando di mediare, in un difficile equilibrio fra osservazione e immaginazione. Egli si esprime attraverso pennellate libere e impetuose per esaltare il colore e il gioco delle forme create dalla distribuzione della luce. In Turner si coglie  un riferimento esplicito anche alla dimensione teorica di Wolfgang Goethe "Teoria dei colori" scritto intorno al 1791 e tradotta in Inglese nel 1840.

fig. 1 William Turner, "Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi", 1812, Olio su tela 4.45x2.36 m Londra Tate Gallery

Il quadro venne esposto alla Ryal Academy accompagnato da alcuni versi tratti da una poesia dello stesso pittore dal titolo "Inganni della speranza" ottenne un apprezzamento generale.

L'opera fu realizzato in piena stagione romantica, ma nel momento della convivenza con il Neoclassicismo. L'opera riporta un episodio classico, infatti il passaggio sulle Alpi di Annibale è del 218 a.C., ma la rappresentazione è tutt'altro che celebrativa. La scelta del particolare momento della nevicata evidenzia la volontà di Turner di rappresentare la forza della natura più che l'eroismo del cartaginese.
Un cielo livido e terribile oscura il sole, l'esercito è in balia di una natura aggressiva e sconvolgente. Si solleva sui soldati un vortice distruttivo di neve.
Il quadro è privo di geometria, simmetria, il disegno è appena percettibile. L'emozione è provocata dalla mancanza di riferimenti visivi e dai colori lividi e spenti.
L'opera si può leggere anche come una polemica alla pittura neoclassica di David, ribalta infatti completamente il rapporto fra il soggetto umano e natura del passaggio al Gran San Bernardo di Napoleone. Turer come Goya predilige la celebrazione degli antieroi, in questo caso gli anonimi soldati cartaginesi sopraffatti dal freddo e dalla tempesta di neve. L'episodio storico è solo un pretesto per affrontare il tema della continua lotta fra uomo e natura. 

Lo spazio formato dalla luce, libero da ogni costrizione prospettica, forme prive di consistenza dove i colori puri diventano i protagonisti dell'opera, secondo la teoria di Goethe. Il quadro di fig. 2 riassume perfettamente la poetica di Turner rappresentando l'espansione della luce dopo il diradarsi delle tenebre del diluvio universale.


fig. 2 William Turner "Luce e colore il mattino dopo il dilivio" 1843. Olio su tela 78.7x78.7 cm. Londra Tate Gallery




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